“I sette vizi capitali” – Percorso triennale alla (ri)scoperta dei vizi e delle virtù
Il percorso sui doni dello Spirito Santo che si è dipanato nello scorso triennio ha registrato un notevole successo, misurato sia nella qualità degli eventi proposti che sulla partecipazione di adulti – e giovani – sia aderenti che non associati. Il merito va senza dubbio all’aver intercettato una domanda viva e all’aver utilizzato linguaggi attuali e carichi di potere evocativo. Auspicando lo stesso esito positivo si vuole proporre anche nel triennio 2014-2017 un nuovo percorso, che verterà sull’argomento dei sette vizi capitali, ciascuno dei quali verrà preso in considerazione in un evento. Virtù e vizi hanno in comune il concetto di essere una buona o una cattiva qualità prodotta nell’anima dalla ripetizione di opere buone o di peccati. La virtù tende al meglio, il vizio al peggio ma non sempre sono facili da distinguere: entrambi nascono dal desiderio di eccellenza dell’uomo che nel caso del vizio però viene vissuto disordinatamente, o con esagerazioni. Certamente le età della vita e le condizioni sociali, così come determinate inclinazioni del nostro carattere ci espongono diversamente ad alcuni vizi piuttosto che ad altri. Tratteremo dei vizi capitali per togliere loro terreno. Affronteremo la sfida di smascherarli, di togliere loro il vestito buono con cui si travestono da quasi-virtù (quanto perbenismo in noi e tra noi….) e dar loro un nome. La consapevolezza è il punto di partenza per una lotta che può durare a lungo ma che è il mezzo per conquistare la nostra piena umanità, nelle sue componenti psicologiche, spirituali, fisiche, relazionali, sociologiche. In questa pagina del sito puoi trovare tutti i materiali relativi al Percorso che di volta in volta verranno utilizzati. Per info e ulteriori chiarimenti: adulti@azionecattolicamantova.it
Per scaricare i file clicka con il tasto destro del mouse sul titolo interessato e scegli “Salva destinazione con nome…”.
0_PRESENTAZIONE GENERALE:
Per leggere l’intervento di don Manuel Beltrami fatto al ritiro di Natale clicka qui
1_ACCIDIA
Dalla presentazione del vizio (per leggere tutto l’articolo clicka qui):
Un vizio veramente subdolo l’accidia, che rende ragione di situazioni che apparentemente non hanno nulla a che vedere con la depressione: anziani irascibili ed incontentabili, persone mature intente a rincorrere relazioni affettive effimere, o addirittura adulti molto attivi che ritenendosi indispensabili si compiacciono del loro impegno rifiutando, più o meno consciamente, di farsi da parte e di lasciare il posto ai giovani.
Per leggere i testi di Dante e Petrarca clicka qui
2_AVARIZIA:
Dalla presentazione del vizio (per leggere tutto l’articolo clicka qui):
Dante tratta l’avarizia sia nell’Inferno che nel Purgatorio mettendo insieme le anime di Avari e Prodighi entrambi colpevoli di non aver avuto un rapporto equilibrato con i beni materiali. Rei di vizi opposti sono puniti con la stessa pena: nell’Inferno spingono massi senza sosta e senza scopo e nel purgatorio giacciono riversi a terra. Non manca nel Paradiso la scelta opposta all’avarizia: lo sposalizio di san Francesco con Madonna Povertà.
Per vedere le foto dell’evento clicka qui
3_GOLA:
Dalla presentazione del vizio (per leggere tutto l’articolo clicka qui):
Può sembrare contradditorio mettersi a tavola per parlare di gola, ma in realtà non lo è perché il vizio è sempre una degenerazione di un’azione di per sé buona. L’attività del nutrirsi, infatti, oltre che essere necessaria consiste nell’accoglienza del cibo/dono di Dio, quindi è un’azione intrinsecamente positiva, tuttavia essa può trasformarsi in un peccato e talora addirittura in un vizio. Come evitare questo rischio?
Per leggere l’introduzione dell’incontro clicka qui
Per leggere l’intervento di Bona Boni clicka qui
Per vedere le slide dell’intervento di Bona clicka qui
Per leggere l’intervento di don Gobbi clicka qui
Per leggere le schede proposte per la conversazione ai tavoli clicka sotto il relativo titolo:
- Gola e desiderio
- Gola e economia
- Gola e psicologia
- Gola e relazioni
- Gola e salute
- Annotazioni dei partecipanti alla cena
4_LUSSURIA
Dalla presentazione del vizio (per leggere tutto l’articolo clicka qui):
Sembra che oggi non vi sia a livello sociale la percezione della lussuria come vizio, specialmente nelle giovani generazioni, è anzi uno dei campi in cui il confine tra bene e male è sempre più diluito e quasi invisibile.
Eppure è importante delineare i contorni di questo vizio, e forse anche grazie alla leggerezza con cui oggi se ne può parlare possiamo ricavarne la forza per guardarlo in faccia con onestà.
Per leggere l’intervento di Bona clicka qui
Per leggere l’intervento di don Gardusi clicka qui
Per vedere la presentazione di don Gobbi su Chagall clicka qui
5_INVIDIA
Dalla presentazione del vizio (per leggere tutto l’articolo clicka qui):
Insieme alla superbia, l’invidia è uno dei vizi più gravi, (entrambi caratterizzano Lucifero invidioso del Bene di Dio). Il termine invidia, in-vedere (non-vedere) significa guardare male, guardare con ostilità e per la legge del contrappasso Dante presenta gli invidiosi con le palpebre degli occhi cucite. L’invidioso vuole il male dell’altro più che il proprio bene, non sa condividere, non sa essere solidale, è eroso dal rancore è livido, “del color della petraia”.
Per leggere le parole di Dante clicka qui
6_IRA
Dalla presentazione del vizio (per leggere tutto l’articolo clicka qui):
Secondo Seneca l’ira, diversamente dagli altri vizi, non può essere nascosta o “… nutrita in segreto … (essa) si manifesta ed affiora sul volto…) “De Ira”.
Forse è anche per questo che l’Azione Cattolica ha deciso di mettere in scena il vizio che potremmo definire più teatrale.
Per leggere la selezione dei testi teatrali scelti clicka qui
7_SUPERBIA
Dalla presentazione del vizio (per leggere tutto l’articolo clicka qui):
Per la legge del contrappasso le anime dei superbi sono punite con un grande macigno (proporzionato alla gravità del peccato), che deve essere portato sulla schiena, e che li costringe a piegarsi. Nei canti del Purgatorio Dante presenta tre esempi di Umiltà: Maria, Davide e l’Imperatore Traiano che sa accogliere la richiesta della vedovella. Le cause della presunzione umana – superbia della nobiltà di nascita, superbia dell’artista e superbia del politico – sono definite attraverso il dialogo con tre anime penitenti. Dante si inchina a parlar con loro, cosciente di essere egli stesso vittima di questo vizio, in quanto nobile, artista e politico.
Per leggere le parole di Dante clicka qui
Per leggere il brevario con le frasi di Ravasi clicka qui